Simona Nava

Medico chirurgo
Specialista in Ostetricia e Ginecologia

Sono nata nel 1965. Ho avuto un’infanzia serena e sempre tanto tanto entusiasmo per le cose che facevo (scuola, sport, passioni), all’età di 11 anni ho iniziato a desiderare di diventare medico e, nonostante molti me lo sconsigliassero, ce l’ho fatta. Ho conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia a pieni voti presso l’Università Statale di Milano nel 1990, specializzata in Ostetricia e Ginecologia presso la stessa Università nel 1994. Nel 1993 ho frequentato per un anno l’ospedale Pennsylvania di Philadelphia (USA) in qualità di Research Fellow e qui ho appreso tutte le tecniche di diagnostica prenatale e la gestione clinica delle gravidanze ad alto rischio. Ho frequentato per 10 anni l’Ospedale Mangiagalli di Milano, occupandomi di infertilità di coppia e di diagnosi prenatale e per due anni l’Ospedale Buzzi di Milano apprendendo dal Prof. Nicolini le tecniche invasive di diagnosi in gravidanze a rischio. Negli anni successivi ho approfondito sempre più la capacità di diagnosi prenatale, ottenendo diverse certificazioni di competenza da parte della Fetal Medicine Foundation (FMF) e della Società Italiana di Ecografia in Osteticia e Ginecologia (SIEOG). Assunta a tempo pieno presso l’ospedale di Sesto San Giovanni nel 2000 e poi l’Ospedale di Niguarda nel 2005, mi sono dimessa dall’incarico ospedaliero nel 2008 per meglio conciliare la voglia di continuo aggiornamento professionale con la conduzione della mia famiglia.

Mi ero infatti resa conto che, presa da innumerevoli e incalzanti turni ospedalieri non riuscivo più a dedicarmi serenamente ai due meravigliosi figli e soprattutto non godevo più della serenità necessaria per offrire alle pazienti quello che considera un caposaldo assoluto della mia professione: “curare l’intero individuo nei suoi aspetti fisici e psicologici, imparare a prevenire alcune patologie con la correzione di stili di vita aberranti e con una corretta alimentazione”, oltre che “Abbattere la logica di gravidanze estremamente medicalizzate e del parto classico ospedaliero, senza rispetto per la privacy e le esigenze delle donne, e soprattutto senza supporto personale che aiuti la donna a superare le proprie paure”.

Con più tempo a disposizione sono riuscita a leggere numerosi testi scientifici e anche libri a divulgazione più popolare ma che esprimono il senso della medicina predittiva e sono riuscita a frequentare i corsi del Prof Franco Berrino, Direttore del dipartimento di prevenzione dell’Istituto dei Tumori di Milano.

Alla fine del 2007 fondo e organizzo la nascita di un centro medico dove poter svolgere la mia professione, serenamente e liberamente, riuscendo a dedicare tempo ad approfondimenti, discussione con colleghi illuminanti e traendo dalle pazienti e dai collaboratori una quotidiana energia vitale. In questo centro medico abbiamo accolto la figura della Doula, ancora praticamente sconosciuta ma già assolutamente necessaria visto la solitudine in cui le puerpere spesso si ritrovano.

Nel 2013 ho iniziato a frequentare i corsi di Medicina Sistemica organizzati dal Dr. Di Tullio, apprendendo ed approfondendo il concetto di una medicina olistica che vede l’uomo come un sistema complesso di interrelazioni la cui armonia e salute deriva molto dai primi 1000 giorni di vita di quella creatura.

Dopo questi ultimi anni di approfondimenti e studio ho davvero rivalutato il parto come momento indiscutibile di cambiamento e ho ricordato le nascite dei miei due figli, uno in Mangiagalli, dove avevo studiato e lavorato e dove pensavo di sentirmi a casa. Nelle lunghe ore di travaglio la mia stanza è stata invasa da moltissime persone, in parte note (ma non sempre rispettose del mio essere nuda e di mio marito che non le conosceva), il parto si è concluso alle ore 22.00 di sera con molte manovre di Kristeller (fastidiose spinte sulla pancia), l’episiotomia e con applicazione di ventosa ostetrica. Mio figlio l’ho visto ed abbracciato la mattina seguente perché non c’era nessun letto disponibile in reparto e, probabilmente pensando di farmi cosa gradita, i colleghi mi hanno trattenuto in un letto della sala parto dove il bimbo non poteva stare.

Per la nascita della seconda figlia nel 2003 ho fortemente voluto un parto dolce, naturale, con la sola presenza di mio marito e un’ostetrica nota e amica. La piccola è nata nell’acqua, senza episiotomia, mentre io mi sentivo pienamente in armonia col mio corpo (pur dolorante) e con mio marito che ha potuto godersi quel momento molto tranquillizzante e non violento. Il tutto è stato possibile perché all’ospedale di Sesto San Giovanni esisteva la casa del parto (che poi purtroppo, per volere di un primario pediatra è stata sostituita dal nido, cosa molto strana visto che le linee guida mondiali già indicavano l’inutilità di una stanza di raccolta dei neonati che invece avrebbero dovuto stare con la loro mamma 24 ore su 24!), dove quindi abbiamo potuto stare in ospedale tutti insieme anche nei 3 giorni di ricovero, incluso il nostro primo figlio che a da subito assunto felicemente il ruolo di fratello maggiore.

Con queste premesse, per le mie conoscenze scientifiche e per la mia esperienza personale di madre e soprattutto per la conoscenza di altre donne fantastiche ho deciso di impegnarmi negli ultimi anni alla informazione di quanto sia importante la gravidanza e il parto nella vita di una donna, ma ancor di più in quella del neonato/a, ed è per questo che ho felicemente contribuito alla nascita dell’associazione welcHome di cui sono la presidentessa.

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